La storia e le tappe
Dagli anni ’90, l’Italia diventa punto di arrivo di migliaia di migranti, prima dall’Est Europa, poi dall’Africa subsahariana e dal Medio Oriente. In quegli anni si evidenzia un tragico primato: non c’è rotta più mortale del Mediterraneo. Chi riesce ad approdare incontra nella sofferenza, nelle barriere culturali e linguistiche il primo grave ostacolo all’integrazione sociale.
In questo contesto Francesca Vallarino Gancia e Suor Giuliana Galli, nel 2001 fondano l’Associazione MAMRE, risposta concreta all’urgenza di accogliere, di offrire sostegno psicologico e di accompagnare le persone che hanno lasciato la propria terra e gli affetti.
2001
La nascita di Mamre
Nel 2001, a Torino, Francesca Vallarino Gancia, psicologa e psicoterapeuta a orientamento sistemico familiare, e suor Giuliana Galli, laureata in Sociologia e responsabile del volontariato del Cottolengo, fondano l’Associazione Mamre, con sede in Strada delle Maddalene 366. Le richieste di cura ed ascolto sono numerose ed emerge la necessità di un approccio etnopsichiatrico e dell’importanza della mediazione culturale perché il disagio psichico porta con sé un vissuto che va compreso conoscendo anche i saperi, la cultura e le usanze di ciascuno.
2001 - 2010
Un cammino senza soste.
L’attività dell’Associazione Mamre si concentra sul disagio psicologico e risponde prevalentemente ai flussi migratori dalla Albania, dalla Romania, dal Marocco e dalla Nigeria, da cui all’inizio provengono soprattutto persone singole in cerca di prospettive lavorative ed esistenziali o in fuga da situazioni di guerra o di privazione della libertà. In questo contesto emergenziale è crescente il rischio per le donne di cadere nella rete dello sfruttamento della prostituzione.
2010 - 2020
Nuove sfide e opportunità.
Il disagio psicologico e le sue espressioni sono permeati dalla cultura di provenienza e l’Associazione Mamre individua dall’inizio la necessità di acquisire strumenti e risorse quali un approccio etnopsichiatrico e la mediazione culturale. A questo scopo, l’attività terapeutica si arricchisce anche dell’apporto antropologico. I flussi migratori sono in crescita e si aggiungono nuove aree del mondo: America latina, Africa, Medioriente ed Estremo Oriente.
2020 a oggi
Una trasformazione di forma e sostanza
Nel 2020 i tempi sono maturi per trasformare l’Associazione in Fondazione Mamre, riconosciuta dalla Prefettura di Torino, a garanzia della solidità del progetto e della validità dell’Ente. Lo sviluppo delle competenze, la rete delle collaborazioni, l’ampliarsi delle attività rendono necessario il cambio sede. Viene individuata una ex falegnameria, che il Comune di Torino offre in concessione il 22/12/ 2015. La nuova sede si trova in Piazzale Croce Rossa Italiana 185/A, dove un enorme albero “celtis australis bagolaro” è segno di benvenuto, in un quartiere, Barriera di Milano, storicamente territorio di confine e sul confine, approdo per persone che migrano da ogni parte del mondo.
La barca speranza
Lampedusa rappresenta un luogo simbolo di migrazione e approdo. Nel corso dei viaggi sull’isola, Francesca Vallarino Gancia e Suor Giuliana Galli scoprono nel cimitero delle imbarcazioni un luogo di memoria che va custodita. Per questo, con fatica e determinazione, viene chiesto alla Procura di Agrigento di poter trasferire un’imbarcazione presso la sede della Fondazione Mamre. La barca che giunge a Torino è battezzata Speranza, ha trasportato 61 persone, giunte tutte vive in Italia dalla spiaggia di Sfax in Tunisia. Dal 29 febbraio 2019 è visibile nel giardino di Fondazione Mamre e, intorno ad essa, prendono vita laboratori di formazione, percorsi di inclusione e contrasto al razzismo rivolti alle scuole.